Le caratteristiche bande bianche e nere del manto della zebra sono proprie di ogni individuo,
così come l’impronta digitale dell’uomo. Questo ha permesso agli studiosi di distinguere ogni
singolo soggetto anche tra centinaia di altri individui, del tutto simili ma non uguali tra loro.
In relazione all’evidente manto a strisce bianche e nere, è stata scherzosamente nominata
“cavallo in costume”, anche se il ragliare l’avvicina più ad un asino che ad un cavallo. Il disegno
a strisce varia con la regione geografica.
La zebra, così come gli altri Perissodattili (rinoceronti, tapiri e cavalli), possiede dita dispari, ed il
peso del corpo è portato principalmente o interamente dal terzo dito. Le dita sono protette
dallo zoccolo.
Gli appartenenti a questo Ordine sono esclusivamente erbivori e la fila larga e continua dei
molari è un’evidente adattamento all’alimentazione a base di erba.
Le peculiari striature bianche e nere sono state a lungo studiate dagli zoologi: secondo alcuni, il
manto permette una maggior possibilità di mimetizzarsi alla vista del predatore, che potrebbe
essere disorientato da un branco di zebre in corsa; inoltre, il contorno poco definito della zebra
si accentua con il calore della terra africana e tra le steppe.
peso del corpo è portato principalmente o interamente dal terzo dito. Le dita sono protette
dallo zoccolo.
Gli appartenenti a questo Ordine sono esclusivamente erbivori e la fila larga e continua dei
molari è un’evidente adattamento all’alimentazione a base di erba.
Le peculiari striature bianche e nere sono state a lungo studiate dagli zoologi: secondo alcuni, il
manto permette una maggior possibilità di mimetizzarsi alla vista del predatore, che potrebbe
essere disorientato da un branco di zebre in corsa; inoltre, il contorno poco definito della zebra
si accentua con il calore della terra africana e tra le steppe.
Questa forma di mimetizzazione, che ha il compito di confondere il contorno del corpo dell’animale, è detta somatolisi, ed è comune tra altri Mammiferi, tra svariati Uccelli, Rettili ed Anfibi. Secondo altri studiosi, le bande bianche e nere non giustificherebbero in modo chiaro una strategia antipredatoria: sia perché le zebre pascolano in ambienti aperti, sia perché si associano ad altri animali, come gli gnu, sia perché non troverebbe spiegazione il fatto che andando da nord a sud il manto diventi più chiaro. Quindi le zebre contrasterebbero l’azione dei predatori sfruttando principalmente i propri sensi (l’udito e l’olfatto) e la fuga, più che il mimetismo.